La tecnologia sta velocemente pervadendo ogni aspetto della nostra vita, andando a recuperare in tempi rapidissimi anche quei settori dove sembrava poco applicabile. È il caso dell’outdoor dove i wearable, i dispositivi indossabili, stanno rivoluzionando il settore. Tra questi troviamo tutta la gamma degli orologi sportivi gps come il Suunto 9 Baro, dispositivi studiati attentamente per chi svolge attività all’aria aperta.

Ogni volta che la tecnologia invade un mondo ancora fermo nell’era analogica ci si ritrova imbrigliati in un dilemma dicotomico difficile da sbrogliare. Un orologio sportivo gps ha una reale utilità o si tratta solo di uno di quei costosissimi gadget che piacciono ai fanatici, ma che in fondo in fondo non ha una reale utilità pratica?

È questa la domanda che mi ha spinto a testare il Suunto 9 Baro, il modello di alta gamma della casa svedese che da alcuni anni fa concorrenza a Garmin sui dispositivi personali dedicati allo sport. Un gioiellino di tecnologia che online si trova a circa 500€.

IL SUUNTO 9 BARO

A guardarlo da vicino, il design soddisfa appieno le aspettative. La cassa dell’orologio è in un bel metallo resistente, presenta 3 pulsanti sul lato destro e un elaborato sensore sul fondo per rilevare la frequenza cardiaca. Il quadrante è digitale, ovviamente, con la possibilità di scegliere tra diverse grafiche a seconda che si vogliano avere più o meno informazioni sul display principale.

Lo schermo è touch screen che consente di navigare tra le diverse funzioni con un semplice tocco. La navigazione è divisa in 2 sezioni principali: scorrendo verso l’alto si trovano gli applicativi per monitorare l’attività sportiva e la navigazione gps, il registro attività e le impostazioni. Scorrendo verso il basso si trovano tutti i dati biometrici e ambientali, tra i quali frequenza cardiaca, passi, calorie, altitudine, temperatura e dati relativi al sonno.

Per tutte le specifiche tecniche vi rimando al sito ufficiale di Suunto.

IN MONTAGNA CON IL SUUNTO 9 BARO

Tra tutte le applicazioni sportive che il Suunto 9 Baro può avere, quella più interessante per me era in ambito montano, indossarlo, quindi, durante un trekking e scoprire se si tratta di soldi ben spesi o di un inutile gadget.

Per testarlo ho programmato il Giro dei 5 Laghi della Valgogliohttps://www.indieroad.it/outdoor/montagna/val-seriana-giro-dei-5-laghi-di-valgoglio-pura-bellezza/, un trekking in Val Seriana. Per cominciare ho scaricato da un sito web la traccia gpx e l’ho caricata sull’app Suunto, un vero capolavoro. Sincronizzato l’orologio con il telefono, la traccia è risultata subito disponibile offline sull’orologio, senza dovermi portare dietro il telefono.

Arrivato alla partenza del sentiero sono entrato nella voce “Esercizio” sull’orologio, ho scelto la tipologia “Escursionismo” e nelle opzioni “Navigazione” ho selezionato l’itinerario che avevo caricato in precedenza. Premuto il pulsante “Avvia” l’orologio inizia a tracciare il percorso, offrendo in tempo reale tanti parametri che si potranno poi sfogliare sull’app al termine dell’attività.

Ma è proprio questo il punto cruciale della mia ricerca: di rivedere i dati del percorso sullo smartphone dopo un’escursione in montagna mi interessa veramente poco. Può essere divertente le prime volte. Riguardi il tracciato sulla mappa, scopri che in un determinato punto, a una determinata altitudine avevi 169 battiti cardiaci al minuto (ma che eri al limite te lo diceva già in tempo reale il tuo corpo) e puoi vantarti con gli amici di un micidiale dislivello positivo, “uè, certificato via gps però eh”. Bello, ma dal mio punto di vista restiamo sempre nell’ambito di un inutile gadget troppo costoso. La sorpresa, però, doveva ancora venire.

Proseguo lungo il sentiero per i Laghi di Valgoglio controllando di tanto in tanto il quadrante. Consulto con curiosità i dati che mi vengono proposti, ma abbastanza fini a se stessi: km percorsi, altitudine attuale, tempo trascorso… Informazioni che in qualche modo potevo ottenere anche prima contando su un buon senso dell’orientamento. Ok, se prima della partenza ti sei informato su durata del percorso e dislivello, puoi incrociare mentalmente i dati e posizionarti all’interno del percorso. Nulla di nuovo e di sconvolgentemente innovativo.

Poi all’improvviso, sforzando con il polso sul bastoncino, si clicca involontariamente il pulsante principale dell’orologio e compare un nuovo quadrante, con dati diversi. Inizio a premere volontariamente il pulsante fisico e le schermate continuano a cambiare offrendomi una ricchezza di informazioni sorprendente.

In una schermata vedo la parabola del dislivello di tutto il giro ad anello che avevo caricato in gpx, con evidenziata la porzione già percorsa. Stupendo! In questo modo posso vedere quanto ho già percorso, quanta salita ancora mi manca e su che distanza è distribuita.

Nella schermata successiva vedo la mia posizione sulla mappa e il sentiero che devo percorrere in blu, una funzione ottima quando ci si trova a un bivio.

È qui che il superfluo diventa fondamentale: quello che sembrava inutile diventa uno strumento a cui si fatica a rinunciare, un prezioso aiuto durante un’escursione che ti permette di mantenere il controllo e sentirsi più sicuri durante un’escursione. Come quando i cellulari hanno stravolto le nostre vite, indossando un Suunto 9 ci si chiede come fosse il mondo prima di averlo, se si potesse andare in montagna anche senza: certo, ma una volta provato non si riesce a farne a meno. È così che ciò che apparentemente sembra superfluo, diventa indispensabile.

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