Cosa c’è di più bello che dormire in tenda tra le montagna sotto un milione di stelle? Dormire in tenda sotto le stelle in montagna e cenare al rifugio Tagliaferri, ovviamente.

Spesso l’idea di compiere l’impresa sportiva tra le vette alpine non è per niente sufficiente a convincermi ad affrontare tutta la fatica. Ma posso cedere facilmente con un efficace storytelling. Stambecchi e polenta di solito fanno egregiamente leva sulla mia motivazione e mi spingono a preparare lo zaino.
Scoperto che al Rifugio Nani Tagliaferri si mangia bene, ho organizzato uno splendido periplo di 3 giorni, impegnativo e suggestivo allo stesso tempo, con partenza e ritorno a Valbondione e tappe in Val Cerviera e Val di Scalve, passando per il Rifugio del Barbellino al ritorno.

GIORNO 1 – Valbondione – Rifugio Curò – Val Cerviera (4 ore e 30 minuti, D+ 1300m, 8 km)

L’itinerario comincia da Valbondione, in Val Seriana. Si supera l’abitato e si prosegue fino alla fine della strada dove si può lasciare la macchina in un comodo parcheggio sterrato.
Il primo tratto di sentiero è lo stesso che conduce all’Osservatorio floro-faunistico di Maslana. La prima ora, quindi, è tranquilla. Si sale per circa 20 minuti in un bel bosco, per poi sbucare lungo il fiume che scende dalle cascate del Serio. Arrivati all’Osservatorio di Maslana si procede verso l’alto su un ripido, ma breve pendio, che presto incrocia la mulattiera, lunga, ma dalla dolce pendenza che porta in circa 2 ore al rifugio Curò.
In questo tratto il sentiero è ben battuto e una volta preso quota si può vedere tutta la valle.

La prima tappa di giornata è d’obbligo al Rifugio Curò, situato proprio all’imbocco della valle a dare il benvenuto agli escursionisti.
Le torte sono molto buone.

Sdraiatevi un’oretta al sole in riva al lago del Barbellino, sotto l’ombra incombente del Pizzo del Diavolo della Malgina e del Pizzo Coca.

Dopo essersi riposati si riparte sul sentiero che costeggia la riva orientale del lago. Dopo circa 15 minuti di cammino in piano si raggiunge la deviazione a destra verso la Val Cerviera. Si riconosce facilmente trovandosi in prossimità di una stupenda cascata.

La Val Cerviera, infatti, è composta da 3 magnifici salti del torrente che ne fa da spartiacque.
Non a caso si procede per 3 volte prima in piano lungo il fiume, per poi salire rapidi in prossimità delle cascate. Superata la terza cascata si trovano le indicazioni per i laghetti della Val Cerviera. Si risale verso destra per circa 15 minuti e si raggiunge la conca in cui si trovano i laghi.
Dopo circa 4 ore e mezza è il momento di montare la tenda.

GIORNO 2 – Val Cerviera – Passo Bondione – Passo Belviso – Rifugio Nani Tagliaferri (6 ore, D+ 900m, 6,5 km)

La seconda tappa è molto impegnativa. La vera sfida di tutto il periplo. Una giornata di almeno 6 (e non 4 e mezza come riportato dai cartelli) con ben 2 passi da superare. Dalla Val Cerviera si parte subito in salita e dai 2000m si passa in brevissimo tempo ai 2650m del passo di Bondione. Una ripidissima salita su grosse e sdrucciolevoli macerie che non offre tregua durante tutto il tratto. Conviene affrontarlo senza indugi e prevedere di riposarsi in cima, che si raggiunge in circa un’ora e un quarto.

Superato il passo si procede all’interno della Valle dell’Alto Gleno. Il sentiero prima scende ripido con un paio di passaggi ferrati. Si perdono circa 300 metri di quota fino a un punto in cui il sentiero, idealmente, prosegue in costa, mantenendo l’altitudine nel collegamento tra i due passi. In realtà bisogna tenere conto della situazione neve e della propria attrezzatura. In assenza di ramponi questo tratto può diventare pericoloso nell’attraversamento dei nevai. E’ raccomandabile, quindi, scendere ancora per circa 100 metri a vista e incrociare il sentiero che sale dalla Diga del Gleno.
Se si decide di scendere, appena raggiunto il sentiero 410 è tempo di risalire verso il passo del Belviso.
I cartelli indicano circa 50 minuti, ma si può completare in 35. Anche qui, salita molto ripida, ma relativamente breve. In cima al passo sono finite le fatiche di giornata. Resta solo 1,5 km in discesa fino al rifugio Tagliaferri. In tutto circa mezz’ora.
Il Rifugio Tagliaferri si trova a 2328m ed è il rifugio più alto delle Orobie. Ai suoi piedi si stende la Val di Scalve.
Il pernottamento in rifugio costa 35 euro in mezza pensione per i soci Cai, 46 per i non soci ed è l’ideale per riposarsi come si deve durante un’escursione così lunga. Dopo la tenda, il letto in camerata è una pacchia.
La mezza pensione prevede cena e colazione. Sedetevi a tavola e lasciate che Cesco vi stupisca con la sua cucina verace.
Il menù comprende primo, secondo, contorno, dolce, acqua, vino e caffè. Tutto insomma.
Tra i secondi spicca il Cuz di Agnello con polenta. La carne viene bollita per 4 ore in 5 kg di burro e 3 litri d’olio.

GIORNO 3 – Rifugio Tagliaferri – Malga Pila – Passo Pila – Rifugio Barbellino – Rifugio Curò – Valbondione (8 ore, D+ 500m, 17,5 km)

Lasciato il rifugio Nani Tagliaferri alle spalle, vi attende una giornata infinita, con poca salita e moltissima discesa, ma uno sviluppo totale di quasi 18 km. Armatevi di pazienza. Il sentiero di oggi è, per di più, segnato malissimo e poco battuto.
Dal Rifugio salite al passo di Venano, dove si trova l’enorme campana dedicata ai caduti e da lì scendete verso la Malga di Pila. La discesa di 3 km è facile e piacevole, con una vista stupenda sul lago Belviso a valle e costeggiata da uno splendido torrente. Raggiunta la malga di Pila, il sentiero prosegue in piano. A questo punto bisogna prestare molta attenzione per riuscire a incrociare la deviazione che porta al passo Pila. I segnavia sono particolarmente sbiaditi e il sentiero non è battuto, per cui non è possibile individuare una traccia visibile.
La via si incontra dopo circa 10-15 minuti dalla malga sulla sinistra e risale ripidissima all’ombra del Monte Torena. Lo sviluppo del dislivello è “mortale”. 500 metri D+ in meno di 1 km con una pendenza media del 50%. Per rallegrarsi, però, si può pensare che è l’unica fatica di giornata. In circa un’ora e mezza si raggiunge la cima del passo, proseguendo quasi sempre sulla linea verticale. A 3/4 è segnalato un percorso più semplice che zigzaga più dolcemente lungo l’ultima parte della salita ed è sicuramente più consigliato. Prima di arrivare in vetta si entra in una conca che regala un attimo di tregua. In cima la vista è su entrambi i versanti e il panorama è stupendo.


La discesa dal passo Pila fino al rifugio Barbellino sembra infinita anche se in realtà sono solo 2,5 km in cui si perde tutto il dislivello guadagnato al passo Pila. In circa un’ora e mezza si raggiunge il rifugio dove finalmente, ci si può concedere una lunga sosta, magari a pranzo. Il rifugio si trova sulle rive del Lago Naturale del Barbellino, magnifico soprattutto durante il disgelo.

Dal Rifugio del Barbellino, ritrovate le energie, si riparte per l’ultimo tratto che riporta al Rifugio Curò e poi giù fino a Valbondione. La prima parte del sentiero è facile e confortevole e in un’ora e un quarto circa conduce al Curò. Questo è probabilmente il tratto più bello, costeggiato dal fiume color turchese e da frequenti cascate.

Giunti nuovamente al Rifugio Curò ci si può concedere un caffè prima di scendere a capofitto lungo la strada dell’andata fino a Valbondione. Questo ultimissimo pezzo dura in tutto 2 ore, lunghissime, estenuanti seppur facili, ma utili per iniziare a godersi la soddisfazione del trekking.

Se siete molto allenati, potete prevedere di compiere questo itinerario in 2 giorni con 1 solo pernottamento presso il Rifugio Tagliaferri. Il trekking è percorribile anche nel senso inverso con pendenze più dolci sul Passo Pila.

Contatti Rifugio Tagliaferri:

Tutti i dettagli sulle altimetrie li trovate qui:

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